Zohran Mamdani candidato democratico per il sindaco di New York
Mamdani potrebbe diventare il primo sindaco musulmano
Zohran Mamdani, un giovane di 33 anni, sembra destinato a diventare il candidato democratico per la carica di sindaco di New York, dopo aver ottenuto il 44% dei voti nella primaria di martedì. Questo stato assembleare e socialista democratico è emerso dall’ombra, attirando l’attenzione grazie a interazioni dirette con i cittadini, video virali e proposte politiche che parlano in particolare ai giovani e agli elettori alle prime armi. Fino ad ora, la sua ascesa nei sondaggi è stata notevole, superando anche l’ex governatore Andrew Cuomo, che ha ottenuto solo il 36%. Nonostante il risultato momentaneo, la corsa non è ancora ufficialmente conclusa, poiché è previsto un processo di redistribuzione dei voti.
Le sue origini e la carriera politica
Se eletto, Mamdani sarebbe il primo sindaco musulmano di New York e il più giovane da oltre un secolo. È nato a Kampala, in Uganda, e la sua famiglia si trasferì a New York quando lui aveva sette anni; è diventato cittadino statunitense nel 2018. Un aspetto curioso è che sarebbe anche il primo a incontrare sua moglie, la siriana Rama Duwaji, su un’app di incontri. Recentemente, Mamdani ha ricevuto importanti appoggi da figure progressiste come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders, sottolineando il suo crescente profilo politico e il sostegno popolare.
Controversie e denunci su Israele
Dopo aver studiato all’università, Mamdani ha lavorato come consigliere per la prevenzione dell’esecuzione immobiliare a Queens, un’esperienza che ha ispirato il suo ingresso in politica. Eletto per la prima volta nel 2020, ha sfidato e battuto un deputato in carica, diventando così il primo uomo sudasiatico a sedere nell’Assemblea dello Stato di New York. Le sue priorità legislative si concentrano su questioni come l’accesso a case a prezzi accessibili e il trasporto pubblico gratuito, ma va notato che, nonostante abbia presentato oltre 20 progetti di legge, solo tre di essi sono diventati legge.
Sostenuto da una rete di alleati progressisti
Mamdani è anche al centro di controversie, soprattutto per le sue posizioni su Israele e il conflitto israelo-palestinese. Ha co-fondato il capitolo studentesco di ‘Students for Justice in Palestine’ e ha espresso critiche verso le politiche israeliane, inclusa la recente decisione di interrompere l’elettricità a Gaza, definendo un “orribile crimine di guerra”. Tali dichiarazioni gli hanno alienato alcuni elettori, ma hanno anche attratto sostenitori che condividono la sua visione. Nonostante le critiche e le minacce ricevute, Mamdani continua a difendere la sua posizione, sottolineando la necessità di una discussione aperta e sincera sulle ingiustizie.